«I paradossi di Pericle»
Luci e ombre della democrazia nel cinema
In una celebre pagina di Tucidide, Pericle vanta l’originalità del sistema politico ateniese, nel quale i diritti civili non sono limitati a una ristretta cerchia di possidenti, come accade nel resto della Grecia, ma estesi alla massa della popolazione. È una forma di governo che prevede l’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alle leggi, ma offre a ciascuno la possibilità di emergere secondo i propri meriti; stimola la partecipazione collettiva alla vita pubblica, ma garantisce la massima libertà individuale nella sfera privata.
A distanza di secoli, l’elogio pericleo suona ancora come un altissimo manifesto ideale dei valori della democrazia, tanto da essere citato nel preambolo dell’attuale Costituzione europea. Eppure, considerato nel suo effettivo contesto storico, il brano non manca di spunti problematici: sia perché lo statista, a detta di Tucidide, deteneva un potere personale tanto forte da rendere il “governo del popolo” un nome poco rispondente alla realtà dei fatti; sia perché Atene, per finanziare quel regime politico e quello splendido stile di vita, tassava duramente i cosiddetti alleati e li tiranneggiava, fino a coinvolgerli nella rovinosa guerra contro Sparta che avrebbe segnato il declino irreversibile dell’intera Grecia; sia perché quei diritti che appaiono così universali erano appannaggio dei soli maschi liberi di puro sangue ateniese, in virtù di una legge dello stesso Pericle che oggi non si esiterebbe a definire razzista.
Dietro queste contraddizioni si intravvedono alcuni problemi strutturali che affliggono anche le democrazie contemporanee. Il potere, nominalmente esercitato dal popolo, tende a concentrarsi nelle mani di singoli leader carismatici o di oligarchie capaci di manipolare per fini propri il consenso della massa; sul piano economico, il sistema induce (per i suoi costi elevati) a sfruttare le risorse di Paesi satelliti, esercitando un’egemonia militare o commerciale che innesca conflitti su larga scala; più ampi sono i diritti garantiti, più si cerca di limitare il numero di quanti ne beneficiano, anche per non far lievitare la spesa pubblica – e l’ideale dell’uguaglianza lascia allora il posto alla pratica dell’esclusione e alla tutela del privilegio.
Sono appunto questi i temi che, attraverso una serie di film classici e recenti, approfondiremo nel cineforum, traendo ancora una volta dall’antichità classica uno stimolo per interrogarci sul presente. Tenteremo così di tracciare un quadro dei punti di forza, degli aspetti critici e delle prospettive della democrazia occidentale, oggi che, sotto l’effetto di una crisi economica, politica, sociale senza precedenti, essa sembra aver smarrito la sua spinta propulsiva, e l’ipotesi che finisca per essere sopraffatta dall’esterno o smantellata dall’interno appare tutt’altro che priva di consistenza.
Obiettivi dell’attività
- Stimolare la riflessione su argomenti che interessano trasversalmente diverse discipline del curricolo di studi (soprattutto letteratura greca, storia, filosofia) e presentano importanti ricadute sull’attualità.
- Sviluppare la capacità di confronto fra civiltà antica e moderna, mostrando come le nozioni apprese con lo studio si applichino anche all’interpretazione del presente.
- Dare un saggio della perenne attualità dei classici, ragione fondante del nostro ordine di scuola, non però in chiave di celebrazione retorica della loro grandezza: si tratta di mettere in luce l’importanza dei problemi posti dagli autori antichi (e consegnati alla nostra riflessione) più che di esaltare la presunta perfezione delle loro soluzioni, non sempre riproponibili in un diverso contesto storico-culturale.
- Promuovere un modo di intendere il cinema non come mero intrattenimento spettacolare, ma come strumento d’indagine critica della realtà.
- Fornire gli strumenti per una fruizione consapevole dell’opera cinematografica, attraverso l’analisi dettagliata di scene e sequenze significative.
Destinatari
La proposta è rivolta a tutti gli alunni della scuola. Agli incontri possono naturalmente partecipare anche i docenti e il personale non docente. La frequenza è libera e gratuita.
Modalità di attuazione
- La rassegna si terrà indicativamente fra ottobre e aprile, al ritmo di un incontro ogni tre settimane circa. Il calendario definitivo sarà pubblicato sul sito della scuola appena sarà stilato. Locandine appese in tutta la scuola ricorderanno agli studenti con debito anticipo la data di ogni proiezione.
- Gli incontri si svolgeranno in Aula Video, al secondo piano. L’appuntamento per gli studenti interessati è comunque nell’atrio della scuola, dove il docente responsabile verrà a prendere i partecipanti per accompagnarli a destinazione.
- La proiezione sarà preceduta da una breve introduzione e seguita da un dibattito con gli studenti; la durata complessiva di ogni incontro oscilla fra le due ore e un quarto e le tre ore, a seconda della lunghezza del film.
- Per gli alunni delle classi liceali, la partecipazione ad almeno 5 incontri varrà come credito scolastico. È comunque possibile frequentare singoli incontri a scelta, senza alcun obbligo di seguire l’intero ciclo.
- Chi intende assistere a uno o più incontri a titolo individuale non ha bisogno di prenotarsi; nel caso invece che un docente intenda proporre a un’intera classe di partecipare a un incontro, è opportuna la prenotazione.
- Per informazioni e prenotazioni rivolgersi al prof. Nicola Stanchi (V G – III G – IV H; e-mail nicola.stanchi@liceomanzoni.net).
I film
1. Il leader e la massa
Mercoledì 14 ottobre, ore 14.30
La parola ai giurati di Sidney Lumet (1957, 95’)
Riuniti in camera di consiglio, i dodici membri di una giuria popolare devono decidere della sorte di un giovane imputato di parricidio. Le prove a suo carico paiono schiaccianti, ma uno dei giurati solleva dei dubbi, impedendo che si raggiunga subito un verdetto unanime… Pietra miliare del cinema d’impegno civile, l’opera prima di Lumet è tanto un serrato dramma giudiziario quanto un film “politico” sulle dinamiche assembleari, che esalta il valore della discussione e il ruolo-guida della ragione, ma non mitizza il demos, mostrandone l’impulsività, la superficialità, i pregiudizi.
Mercoledì 28 ottobre, ore 14
Lincoln di Steven Spielberg (2012, 150’)
Nel 1865 Abraham Lincoln tenta di far approvare una modifica costituzionale che abolisca la schiavitù sul territorio degli USA e sancisca l’uguaglianza giuridica di tutti i cittadini, qualunque sia il colore della loro pelle. Ma le resistenze sono fortissime, anche nel suo stesso partito: al Presidente mancano una ventina di voti, da trovare ad ogni costo… La difficile genesi di un principio cardine della democrazia moderna, imposto con metodi non troppo legali a un Parlamento in maggioranza contrario: una contraddizione che Spielberg non nasconde, pur celebrando la filantropia, la lungimiranza e l’intelligenza politica del protagonista.
2. “Vendere” la democrazia: il ruolo della persuasione
Mercoledì 11 novembre, ore 14.30
No – I giorni dell’arcobaleno di Pablo Larraín (2012, 118’)
Nel 1988 i cittadini cileni sono chiamati alle urne per riconfermare al potere il dittatore Pinochet. Con il Paese saldamente in pugno ai militari, l’esito favorevole del plebiscito sembra scontato, ma i fautori del “no”, anziché usare la poca libertà d’espressione loro concessa per denunciare la brutalità del regime, optano per una campagna elettorale che presenti il ritorno alla libertà come un “prodotto” moderno e accattivante… Ricostruendo un episodio chiave della storia recente (non solo cilena), Larraín individua nel consumismo e nel lavoro sull’immagine i capisaldi della democrazia contemporanea. E ci costringe a riflettere sulle conseguenze.
Mercoledì 9 dicembre, ore 14.30
Il Ministro – L’esercizio dello Stato di Pierre Schoeller (2011, 115’)
Mentre la sua vita scorre frenetica tra apparizioni televisive, viaggi in auto blu e riunioni con lo staff, Bertrand Saint-Jean, Ministro dei Trasporti francese, cerca di tener fede all’impegno preso contro la privatizzazione delle stazioni ferroviarie e di guadagnarsi la simpatia del suo sostituto autista, un taciturno “uomo del popolo” assunto per dimostrare che il governo contrasta attivamente la disoccupazione… Radiografia di un “uomo di potere” privo in realtà di ogni autonomia decisionale e di una politica senza più orizzonti ideali, che consiste nell’eseguire direttive impartite dai poteri forti dell’economia, mascherandone l’impopolarità con una continua esibizione mediatica di efficienza e vicinanza ai cittadini.
3. i destini imperiali della democrazia
Mercoledì 20 gennaio, ore 14.30
La battaglia di Algeri di Gillo Pontecorvo (1966, 121’)
Algeri, 1957. Mentre i Francesi stanno per far saltare con l’esplosivo il covo in cui si è asserragliato, un capo dei guerriglieri del FLN rivive in flashback le tappe della sua militanza: gli attentati, i rastrellamenti, l’epocale sciopero cui aderisce l’intera popolazione araba della capitale. Cronaca degli ultimi anni del colonialismo francese in Nordafrica, girata nei luoghi reali poco tempo dopo i fatti: il Paese che ha coniato il motto «Liberté, égalité, fraternité» reprime brutalmente l’aspirazione degli algerini all’indipendenza e ricorre alla tortura in nome della guerra al terrorismo, finendo alla lunga per perdere la partita. Un monito inquietante per l’Occidente di oggi…
Mercoledì 10 febbraio, ore 14.30
Fahrenheit 9/11 di Michael Moore (2004, 122’)
Nella forma per lui consueta del documentario “a tesi”, Moore firma un violentissimo atto d’accusa contro George W. Bush: eletto in modo irregolare, si fa cogliere completamente impreparato dagli attentati dell’11/9/2001, salvo poi strumentalizzarli per recuperare consensi, restringere le libertà individuali e scatenare una guerra pretestuosa contro il regime di Saddam. I grandi gruppi industriali che sostengono il Presidente mettono così le mani sul petrolio iracheno, mentre a morire in guerra vanno giovani senza prospettive, reclutati nelle aree depresse del Paese. Ovvero, come violare la democrazia negli Stati Uniti proprio mentre si sostiene di volerla esportare altrove…
4. diritti, ma non per tutti: democrazia a numero chiuso
Mercoledì 9 marzo, ore 14.30
La nave dolce di Daniele Vicari (2012, 90’)
Estate 1991: dall’Albania, dove gli ex comunisti sono ancora saldamente al potere, ventimila profughi varcano il canale di Otranto stipati sulla nave Vlora, cercando accoglienza nella democratica Italia… Ricostruita attraverso testimonianze dirette e immagini d’archivio, la vicenda che aprì l’era dei “viaggi della speranza” attraverso il Mediterraneo anticipa per molti aspetti la futura politica dell’UE nei confronti dell’immigrazione via mare: la pratica dei respingimenti indiscriminati, la reclusione coatta in condizioni inumane, l’impreparazione nel gestire l’emergenza, i contrasti e lo “scaricabarile” fra diversi organi istituzionali.
Mercoledì 6 aprile, ore 14.30
White God di Kornél Mundruczó (2014, 116’)
Per non pagare una forte tassa da poco introdotta sui cani non di razza, a Budapest molti abbandonano i propri animali. Costretta dal padre a separarsi dal bastardo Hagen, cui è molto affezionata, la tredicenne Lili continua a cercarlo in giro per la città. Intanto il cane passa da un padrone all’altro e impara a lottare per sopravvivere assieme ad altri randagi… Dall’Ungheria che erige nuovi muri contro i migranti, una parabola sull’involuzione autoritaria e xenofoba della democrazia in Europa e sulle sue conseguenze esplosive, che contamina la fiaba nera e la fantascienza sociale, Zanna bianca di London e Gli uccelli di Hitchcock.