Alcuni studenti del Manzoni rileggono la storia della scuola
Noia.
Accasciato mollemente su una colonna dell’atrio, malediceva il professore che l’aveva cacciato dalla classe.
Gli occhi fissi sulla punta delle scarpe e la testa persa nei suoi pensieri, si sentì pungere da uno sguardo severo. Quella statua di Manzoni, quel pezzo di bronzo sembrava scrutarlo.
“E tu cos’hai da guardare?” Sbottò.
“Non prendertela con me -si animò straordinariamente il busto- non è certo colpa mia se tu sei qui. Me ne sto immobile in quest’atrio da 130 anni e ne ho visti tanti di ragazzi come te.
Sai, i primi giunsero nel lontano 1884, dopo che il re Umberto I volle la nascita di questo liceo. Il 7 giugno i primi sette docenti si ritrovarono per dare vita al primo nucleo del Manzoni in via Circo 4, sotto la guida del preside Vittore Arcinetti – simpatico, quell’uomo!
A quanto ricordo non vi erano tante fanciulle: sono più che sicuro che nel primo anno non ve ne fosse nessuna -ora ti sembra dura questa scuola, pensa come ti saresti trovato all’epoca-
Mi vengono in mente le prime tre che si avventurarono nell’opprimente folla di giovani studenti, che coraggio!
La C fu la prima sezione femminile e, purtroppo, dovetti aspettare quasi mezzo secolo per le miste.”
“Che differenza fa? Io non ci volevo neanche stare qui. A me basterebbero il calcio e la play.”
“Tu dovresti fare la differenza. Ci sono persone che qui sono cresciute, come il mio Renzo nel suo viaggio a Milano, e hanno fatto strada: Luciano Erba e Antonia Pozzi scrissero versi affascinanti, ricordo tra i giornalisti e scrittori Giorgio Manganelli, Pietro Ichino, Enrico Mentana, Gianni Mura”
“Ah Gianni Mura! Quello della Gazzetta dello Sport?”
La statua scosse sconfortata la testa. “Sì, proprio lui. Ho visto passare Riccardo Bauer, Eugenio Colorni, Rossana Rossanda, Pietro Treves che parteciparono alla Resistenza.
È vero che non sono stati tutti santi – anche se a dire la verità un santo c’è stato . Ho visto per esempio gente che un bel giorno ha deciso di iniziare a lanciare pere “fracide” sui compagni, per non parlare delle abituali secchiate d’acqua dalle finestre gli ultimi giorni di scuola.
Ma questo liceo non è stato solo casa di bravi, se m’intendi: sono molte le persone a cui il Manzoni ha lasciato qualcosa. Non pensi ne valga la pena?”
Il ragazzo stava per rispondere, quando la voce di un compagno che lo richiamava in classe gli fece distogliere lo sguardo. Si voltò di nuovo verso la statua, ma questa era tornata completamente immobile. Un momento prima di entrare in classe gli rivolse un ultima occhiata.
Avrebbe giurato di averlo visto fare l’occhiolino.
Silvio Cristofalo
Arianna Ostroman
Chiara Polo
Isabella Salvaggio
Silvia Sireni